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TOP NEWS ITALIA: cala domanda credito imprese in 2* sem. 2024 (Bankitalia)
28/07/2025 15:01
TOP NEWS ITALIA: cala domanda credito imprese in 2* sem. 2024 (Bankitalia)
ROMA (MF-NW)--Nel secondo semestre del 2024 la domanda di credito da parte delle imprese si è ridotta in tutte le aree del Paese, in modo particolare per le imprese edili delle regioni del Centro Sud, per quelle manifatturiere del Mezzogiorno e dei servizi nel Centro nord. Sulla riduzione della domanda hanno inciso la debolezza dell'attività di investimento e l'ampio ricorso all'autofinanziamento. E' quanto emerge dalla nuova edizione dell'indagine sulle banche a livello territoriale (Regional bank lending survey), condotta dalle filiali regionali della Banca d'Italia nel mese di marzo.
POLITICHE OFFERTA CREDITO A IMPRESE INVARIATE
Nello stesso periodo, indica l'indagine, le politiche di offerta di credito alle imprese sono rimaste pressoché invariate e improntate alla prudenza in tutti i territori. Le condizioni sono divenute lievemente più favorevoli per le imprese dei servizi, in particolare al Nord, e più selettive verso le aziende delle costruzioni in tutti i territori. Un lieve miglioramento nelle condizioni contrattuali si è manifestato principalmente attraverso la riduzione degli spread, soprattutto di quelli applicati in media sui nuovi finanziamenti. Tale tendenza è stata favorita anche dalla maggiore pressione concorrenziale, nonostante l'accresciuta percezione del rischio in talune aree e settore.
PROSEGUE AUMENTO DOMANDA MUTUI PER ACQUISTO CASA
Nella seconda metà del 2024 in tutte le aree del Paese è proseguito l'aumento della domanda di mutui per l'acquisto di abitazioni da parte delle famiglie. Dopo la crescita osservata nel primo semestre dell'anno, le richieste di credito al consumo sono invece rimaste stabili. Le politiche di offerta applicate ai mutui alle famiglie, che nel primo semestre avevano subito un lieve irrigidimento, sono state moderatamente allentate in tutte le macroaree. Gli intermediari hanno segnalato condizioni più distese in termini di quantità offerte e di spread medi applicati, riflettendo in larga parte una più elevata pressione concorrenziale. Per il credito al consumo, le politiche di offerta sono state invece improntate a una maggiore cautela rispetto alla prima metà dell'anno in tutte le aree del Paese.
TORNA A CRESCERE DOMANDA DEPOSITI
Nel secondo semestre del 2024 è tornata ad aumentare la domanda di depositi in tutte le ripartizioni territoriali, fatta eccezione per il Nord Ovest; al contempo, in tutte le macroaree, sono cresciute le richieste di obbligazioni bancarie e, eccetto che nel Nord Ovest, di quote di organismi di investimento collettivo del risparmio. In un contesto di allentamento della politica monetaria, nella seconda metà del 2024 le banche hanno ridotto in tutte le aree del Paese le remunerazioni riconosciute sugli strumenti della raccolta, in particolare sulle obbligazioni proprie.
rov
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TOP NEWS ESTERO: accordo Ue-Usa dettato da motivazioni geopolitiche più che economiche
28/07/2025 15:01
TOP NEWS ESTERO: accordo Ue-Usa dettato da motivazioni geopolitiche più che economiche
MILANO (MF-NW)--Stati Uniti e Unione hanno raggiunto nel fine settimana un accordo sui dazi che prevede l'introduzione di una tariffa del 15% sulle esportazioni europee verso gli Usa, incluse le auto. Un'aliquota dieci volte superiore al livello pre-guerra commerciale, che si aggirava intorno all'1,5%. Fuori dall'intesa restano acciaio e alluminio per i quali resta un'aliquota del 50%. "A prima vista, questo accordo offre ben poco da festeggiare per l'Europa. Tuttavia, quella che appare come una capitolazione dell'Ue merita un'analisi più approfondita, articolata su tre dimensioni fondamentali", afferma Apolline Menut, economista di Carmignac.
L'INTESA EVITA LO SCENARIO PEGGIORE
Innanzitutto l'accordo scongiura lo scenario peggiore: i dazi al 30% minacciati dal presidente Usa Donald Trump, un'escalation "caotica" di ritorsioni e una guerra commerciale a tutto campo. L'Europa, a differenza della Cina, non possiede un potere di leva economico e tecnologico strategico nei nodi cruciali delle supply chain industriali a livello globale. "È vero che i produttori americani dipendono maggiormente dai fornitori europei di beni intermedi che non il contrario, ma in caso di escalation occhio per occhio, Trump avrebbe potuto estendere lo scontro includendo restrizioni sulla fornitura di materie prime energetiche e servizi digitali all'economia europea, ambiti in cui l'Ue è completamente dipendente dagli Stati Uniti", spiega Menut. Inoltre, l'Europa è riuscita a proteggere alcuni settori chiave dai dazi settoriali più gravosi: l'accordo riduce i dazi sulle automobili (dal 25% previsto dalla Sezione 232 al 15%) e per i semiconduttori (minacciati da un'indagine del Bis con possibile imposizione di un dazio del 25%) e i prodotti farmaceutici (per i quali Trump aveva evocato tariffe fino al 200%). "L'intesa riduce quindi in modo significativo l'incertezza sulle politiche commerciali che incombeva sulle supply chain europee, anche se il diavolo si nasconde nei dettagli, in particolare sulle ambigue clausole zero per zero relative ai dazi", commenta l'economista.
LA GEOPOLITICA HA PREVALSO SULL'ECONOMIA
Secondo Menut, il dietrofront di Bruxelles è stato guidato da un calcolo strategico più che da motivazioni economiche. "Mantenere l'impegno di Trump nei confronti dell'Ucraina è fondamentale per l'Ue", sottolinea l'esperta, evidenziando che il blocco ha già accettato un aumento della spesa Nato, abbracciando l'obiettivo, un tempo tabù, del 5% del Pil. L'intensa attività diplomatica dei Capi di Stato europei ha ottenuto un risultato rilevante: convincere Trump a imporre un ultimatum di 50 giorni alla Russia e nel frattempo continuare a fornire armi all'Ucraina tramite acquisti finanziati dall'Ue. "Intraprendere una guerra commerciale che non potevamo vincere sarebbe stato un errore strategico nel lungo periodo, dettato da un miope inseguimento di vantaggi economici immediati. In quest'ottica, possiamo considerare questi 15 punti percentuali di dazi come un premio assicurativo geopolitico contro la Russia", prosegue Menut. Nel nuovo ordine mondiale dove "la forza detta la legge", la realpolitik impone una rivalutazione del prezzo del sostegno militare. "Riteniamo che lo stesso calcolo geostrategico abbia guidato la decisione del Giappone di accettare la stessa amara pillola del 15%".
PROMESSE VUOTE SU INVESTIMENTI ED ENERGIA
Secondo l'esperta, l'annunciato impegno da parte dell'Ue un investimento da 600 miliardi di dollari e gli import energetici dagli Usa per 750 miliardi sembrano più "ambizioni di facciata che impegni concreti". Le proiezioni energetiche, in particolare, risultano poco credibili: "Ai prezzi attuali, anche saturando le esportazioni statunitensi, si arriverebbe a malapena a 150 miliardi di dollari, ben lontani dai 250 miliardi sbandierati dalla Von der Leyen", evidenzia l'economista. Nel complesso, questo accordo non si tratta quindi di una svolta commerciale, ma di un'operazione di contenimento dei danni, nel nome del pragmatismo diplomatico. "L'Ue ha accettato condizioni svantaggiose per preservare l'allineamento geopolitico. Il costo economico potrà anche farsi sentire, ma il calcolo strategico è crudelmente razionale", commenta Menut.
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lorenzo.viale@mfnewswires.it
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WALL STREET: commento di preapertura
28/07/2025 14:55
WALL STREET: commento di preapertura
MILANO (MF-NW)--I future sui listini azionari trattano in lieve rialzo, mentre Wall Street si prepara a una settimana particolarmente intensa, che vedrà le trimestrali di diverse grandi aziende tecnologiche, una riunione chiave della Federal Reserve, la scadenza del 1° agosto per i dazi con i principali partner commerciali degli Usa, Donald Trump, e dati importanti sull'inflazione e sull'occupazione. Il future sul Dow Jones è in lieve rialzo dello 0,08% e quello sull'S&P 500 dello 0,24%.
I rialzi odierni dei future a Wall Street arrivano dopo che Trump ha annunciato domenica che gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo con l'Unione Europea per ridurre le tariffe al 15%. Wall Street arriva poi da una settimana positiva, sostenuta da solidi risultati societari e da recenti accordi commerciali tra gli Stati Uniti e altri partner, tra cui Giappone e Indonesia.
Mark Haefele, Chief Investment Officer di Ubs Global Wealth Management, sottolinea che Stati Uniti e Unione Europea hanno raggiunto un accordo per limitare al 15% i dazi sulla maggior parte delle esportazioni europee verso gli Usa, scongiurando così l'aumento al 30% precedentemente minacciato. Si mantiene dunque l'ipotesi di base secondo cui l'S&P 500 possa continuare a crescere nei prossimi 12 mesi.
"Dopo il forte rally registrato dai mercati, gli investitori dovrebbero tuttavia prepararsi a una fase di rinnovata volatilità nel breve periodo. Eventuali flessioni potrebbero offrire opportunità interessanti per rafforzare l'esposizione azionaria con un'ottica di lungo termine", conclude l'esperto.
Sul fronte della politica monetaria, il faro è poi puntato sulla riunione della Federal Reserve di questa settimana. "Le riunioni della Fed che non includono una serie aggiornata di dots e una sintesi delle proiezioni economiche possono spesso rivelarsi piuttosto noiose. Inoltre, con zero aspettative per un cambiamento del tasso di riferimento, ci si sarebbe potuti aspettare una riunione del tutto soporifera. Ma questa riunione del Fomc ha il potenziale per suscitare più interesse rispetto alla maggior parte delle altre. Anche se la dichiarazione della Fed probabilmente non rivelerà nulla di nuovo, la conferenza stampa potrebbe essere un evento televisivo da non perdere", sottolinea Erik Weisman, Chief Economist, Portfolio Manager di Mfs Investment Management.
L'esperto puntualizza che "il presidente Jerome Powell sarà senza dubbio sottoposto a numerose domande sul suo mandato e sulle pressioni e critiche che sta ricevendo dalla Casa Bianca. Probabilmente gli verrà chiesto quale sia il significato dell'indipendenza della Fed e quale sia il suo contributo nel cercare di preservarla. Rimarrà fermo nella sua decisione di portare a termine il suo mandato come presidente? Potrebbe prendere in considerazione l'idea di rimanere nel Consiglio fino al 2028, anche dopo la fine del suo mandato di presidente? Prenderebbe in considerazione l'idea di dimettersi per alleggerire la pressione sulla Fed? Probabilmente gli verranno anche poste domande sulla ristrutturazione degli edifici della Federal Reserve e sul suo ruolo nella supervisione dei costi aggiuntivi. Powell cercherà probabilmente di chiudere il prima possibile questo interrogatorio, ma la stampa potrebbe avere altri piani e insistere su questi temi".
Sul fronte societario:
- Cisco cede l'1,15% nel premercato dopo che Evercore Isi hanno assunto una posizione più neutrale sul titolo. L'analista Amit Daryanani ha abbassato il rating da outperform a in line. Tuttavia, l'esperto ha mantenuto invariato il prezzo obiettivo a 72 dollari, definendo il downgrade come una revisione "senza drammi", indicando che prevede comunque un rialzo superiore al 4% rispetto al prezzo di chiusura di venerdì.
- i titoli della difesa trattano in rialzo nelle contrattazioni premercato, dopo l'accordo commerciale siglato tra gli Stati Uniti e l'Unione Europea, in base al quale, secondo quanto riferito da Trump, l'Ue "acquisterà equipaggiamento militare per centinaia di miliardi di dollari". Lockheed Martin avanza dell'1,23% prima dell'apertura di Wall Street.
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alberto.chimenti@mfnewswires.it
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MARKET DRIVER: Stm, Equita Sim conferma hold
28/07/2025 14:51
MARKET DRIVER: Stm, Equita Sim conferma hold
MILANO (MF-NW)--Equita Sim conferma la raccomandazione hold e il prezzo obiettivo a 24 euro su Stm. In termini finanziari, gli analisti ritengono che l'operazione di acquisizione del business dei sensori Mems di Nxp "possa avere impatto a bassa singola cifra su base pro-forma al 2026, contribuendo per circa il 2% alle vendite del gruppo nel 2027 e supportando il miglioramento dei margini previsto nel modello target presentato al Capital Markets Day. Sulla base di queste metriche, la valutazione pagata da Stm ci sembra fair (12-13 volte l'Ev/Ebit). Non abbiamo incluso il contributo dell'operazione nelle nostre stime, in attesa dell'approvazione regolamentare (prevista entro il primo semestre 2026)".
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Dazi: Lavrov (min. Esteri russo), accordo con Usa è un duro colpo per Ue (stampa)
28/07/2025 14:37
Dazi: Lavrov (min. Esteri russo), accordo con Usa è un duro colpo per Ue (stampa)
MILANO (MF-NW)--L'accordo sui dazi con gli Stati Uniti "sarà un colpo molto duro per l'industria e l'agricoltura europea, prima di tutto per i costi dell'energia e l'uscita di investimenti", ha affermato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato da agenzia di stampa russe.
"Il dialogo che intratteniamo con l'amministrazione Trump dimostra che ci sono ancora persone ragionevoli in Occidente. Hanno un sostegno piuttosto serio, come è chiaro dagli sviluppi all'interno degli Stati Uniti", ha aggiunto.
lvi
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