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Pmi: polizza anticalamità può costare fino a 12mila euro annui (Unimpresa)
05/02/2025 19:41
Pmi: polizza anticalamità può costare fino a 12mila euro annui (Unimpresa)
ROMA (MF-NW)--Potranno arrivare fino a 12.000 euro i costi annuali delle polizze anticalamità naturali per le imprese situate in aree ad alto rischio, come zone sismiche o soggette a frequenti alluvioni. È quanto calcola il Centro studi di Unimpresa, spiegando che l'introduzione dell'obbligo assicurativo per le imprese italiane, previsto dalla legge di bilancio 2024 e operativo dal 31 marzo 2025, avrà un impatto economico "significativo" sulle piccole e medie imprese.
Una pmi con 500 metri quadrati di sede e 15 dipendenti dovrà affrontare costi variabili in base al livello di rischio: tra 1.500 e 3.000 euro in aree a basso rischio, da 3.000 a 6.000 euro in zone a medio rischio, e tra 6.000 e 12.000 euro per le imprese in zone ad alto rischio. Per le grandi imprese con più stabilimenti, la spesa annua potrebbe superare i 30.000 euro. Le polizze devono prevedere franchigie non superiori al 15% del danno e premi proporzionali al rischio. Le pmi rischiano, in caso di mancato rispetto dell'obbligo, di non poter accedere a contributi e agevolazioni pubbliche, anche in caso di eventi calamitosi. Se da un lato i costi fissi rappresentano un onere significativo, dall'altro l'assicurazione mira a ridurre il rischio di fallimento post-evento e a garantire una ripresa più rapida delle attività produttive.
"È necessario prevedere incentivi fiscali e tariffe calmierate per mitigare l'impatto economico su queste realtà, particolarmente vulnerabili agli aumenti dei costi operativi", spiega il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. L'introduzione dell'obbligo assicurativo, che scatterà dopo il 31 marzo 2025, rappresenta una novità rilevante nel modello di gestione del rischio per le piccole e medie imprese italiane. Tuttavia, "affinché la norma non si trasformi in un peso insostenibile proprio per le pmi, sarà fondamentale prevedere incentivi fiscali per abbassare il costo dei premi, stabilire un sistema di tariffe calmierate per le imprese più esposte, monitorare il mercato assicurativo, evitando speculazioni sui premi". D'altro canto, mette in evidenza Ferrara, se l'azienda fosse senza assicurazione, oltre al danno diretto, "potrebbe subire una perdita di fatturato per l'interruzione delle attività, costi di ricostruzione senza immediato accesso a fondi pubblici, difficoltà di accesso al credito, dato che gli istituti bancari potrebbero considerarla a rischio. Ne consegue che, sebbene l'assicurazione comporti un costo fisso annuo, può prevenire danni finanziari molto più gravi e garantire la sopravvivenza dell'impresa in caso di calamità".
La nuova normativa segna quindi un cambio di paradigma: lo Stato non si limiterà più a intervenire ex post con risarcimenti straordinari, ma impone alle imprese una responsabilità diretta nella copertura dei rischi naturali. L'obiettivo è ridurre il rischio di fallimento post-evento, assicurando una ripresa più rapida delle attività produttive. La novità ha un impatto economico sulle imprese: l'obbligo assicurativo comporta un costo fisso annuo per le imprese, che varia secondo l'ubicazione geografica, settore economico e dimensioni aziendali, ma riduce le conseguenze economiche dell'evento catastrofale. Per una grande impresa con più stabilimenti, il costo potrebbe superare i 30.000/50.000 euro annui. Una pmi con sede in zona a medio rischio potrebbe avere un premio assicurativo annuo di 4.500 euro. Considerando un'alluvione che causa conseguenze economiche per 500.000 euro e una polizza che, avendo una franchigia del 15%, copre l'85% dei danni, l'impresa deve sostenere direttamente un esborso di 75.000 euro invece di 500.000 euro.
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valeria.santoro@mfnewswires.it
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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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FOCUS: ottimismo in 2025 su India e Taiwan tra i mercati emergenti (Raiffeisen)
05/02/2025 19:07
FOCUS: ottimismo in 2025 su India e Taiwan tra i mercati emergenti (Raiffeisen)
MILANO (MF-NW)--"Il 2025 sarà particolarmente interessante per i mercati emergenti", ha dichiarato il team Cee and global emerging markets di Raiffeisen Capital Management, dopo una performance generalmente positiva nello scorso anno. L'attenzione si concentrerà sull'aumento dei dazi Usa annunciato dal nuovo presidente americano Donald Trump, in particolare sui prodotti cinesi, sulla reazione del dollaro a questi sviluppi e sulla politica economica e fiscale della nuova amministrazione statunitense.
Un dollaro forte ha storicamente rappresentato un "vento contrario" per i mercati azionari nei mercati emergenti, mentre un biglietto verde debole può rappresentare un fattore favorevole, spiegano gli esperti. Dopo i massimi degli ultimi anni, il potenziale per un ulteriore apprezzamento del dollaro dovrebbe essere limitato, soprattutto perché la valuta è già molto costosa. Tuttavia, un netto indebolimento non sembra imminente, ma potrebbe verificarsi nel corso dell'anno o nel 2026.
I mercati emergenti sono molto resistenti a un'intensificazione del conflitto commerciale con Washington, poichè i rischi al ribasso sono noti e dovrebbero essere ampiamente scontati. Inoltre, molti di questi Paesi hanno margine di manovra per contromisure, soprattutto a livello fiscale. Anche lo slancio della crescita continua a sembrare favorevole rispetto ai mercati sviluppati.
Paesi come Messico, Cina, Taiwan, Corea del Sud, Tailandia e Vietnam, che esportano molto negli Stati Uniti, potrebbero essere gravemente colpiti da nuove tariffe commerciali. Tuttavia, Trump è noto per usare gli annunci di dazi come strumento di pressione negoziale e i governi stranieri potrebbero raggiungere accordi con il presidente e, ad esempio, offrire di importare più prodotti americani per evitare le misure.
"Rimaniamo nettamente positivi sul mercato azionario di Taiwan nella prima metà del 2025. L'impressionante performance di aziende chiave come Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, che ha registrato un aumento del 57% dell'utile netto nel quarto trimestre del 2024, sottolinea il notevole potenziale di innovazione dell'economia taiwanese". Il Paese, inoltre, sembra essere risparmiato dalle tariffe americane in quanto è troppo importante da un punto di vista geopolitico come produttore leader di chip per computer e componenti AI.
L'India è stata tra i mercati più solidi della regione nel corso degli ultimi anni e gli esperti sono ottimisti sul medio-lungo termine, "poiché il Paese ha attuato molte riforme strutturali che continueranno a sostenere lo sviluppo economico. Inoltre, la struttura demografica è ancora favorevole. L'umore positivo della popolazione e delle aziende è alla base di questa fiducia".
Oltre agli stimoli monetari già annunciati, la Cina potrebbe adottare altre misure fiscali per rilanciare l'economia e contrastare i dazi annunciati di Trump, aumentando la volatilità dei suoi mercati azionari. Gli analisti si aspettano un graduale miglioramento dell'economia cinese, sostenuto da ulteriori misure di politica fiscale. "Ciò rafforza la nostra fiducia che il mercato stia toccando il fondo, anche se non ci aspettiamo una forte ripresa del mercato azionario cinese nel breve termine".
esa
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WALL STREET: commento di metà seduta
05/02/2025 18:49
WALL STREET: commento di metà seduta
MILANO (MF-NW)--I maggiori indici di Wall Street recuperano terreno dopo un inizio di seduta difficile guastato dal crollo di Alphabet. Il Dow Jones sale dello 0,27%, l'S&P dello 0,15% mentre il Nasdaq Composite rimane invariato.
I titoli più mossi a metà seduta sono:
-Alphabet crolla del 7% sulla scia di risultati deludenti nel quarto trimestre 2024. La controllante di Google ha registrato ricavi in crescita di quasi il 12% a 96,47 miliardi di dollari, segnando però un rallentamento rispetto all'aumento del 13% messo a segno lo scorso anno e mancando le previsioni degli analisti di Lse a 96,56 miliardi usd.
-Amd cade del 7,6% dopo che i numeri sulle vendite di data center per il quarto trimestre hanno deluso gli analisti.
-Le azioni di Apple cedono l'1% dopo che l'organo di vigilanza antitrust cinese ha annunciato di stare valutando l'avvio di un'indagine contro Apple per potenziali pratiche anticoncorrenziali nella gestione dell'App Store.
-Nyt cade dell'11% nonostante i risultati trimestrali superiori alle attese. Aggiunti 350.000 abbondati digitali.
-Uber perde il 6,5% dopo la pubblicazione di un fatturato sotto le attese per il quarto trimestre. Bene invece l'utile che è più che quadruplicato.
-Pdd, piattaforma di e-commerce cinese, arretra del 3,5% nonostante il servizio postale statunitense abbia ritrattato la sospensione dell'entrata dei pacchi dalla Cina.
-Le azioni di Harley Davidson cedono il 2,3% dopo che l'azienda ha chiuso il quarto trimestre con una perdita netta di 117 milioni di dollari.
-Mattel balza del 15% dopo aver riportato risultati oltre le attese nel quarto trimestre del 2024. Il produttore di giocattoli ha ottenuto anche una serie di giudizi positivi dagli analisti.
-Capri cade del 13% dopo i conti. A pesare sulla performance della società sono stati in particolare Michael Kors e Versace.
-Le azioni di Chipotle Mexican Grill perdono il 2,5% dopo che le vendite nel quarto trimestre hanno deluso gli analisti.
-Workday guadagna il 4% dopo aver annunciato un piano di ristrutturazione che dovrebbe eliminare circa l'8,5% della forza lavoro.
-Le azioni di Novo Nordisk avanzano del 4,6% dopo che i risultati del quarto trimestre del gigante farmaceutico danese hanno superato le aspettative.
-Match cade dell'8% dopo che l'app di incontri ha presentato una guidance per il primo trimestre 2025 inferiore alle attese di Wall Street.
-EA sale del 4,5% dopo che la società di videogiochi ha riportato risultati trimestrali migliori del previsto e ha annunciato un riacquisto di azioni per un miliardo di dollari.
-Le azioni di Snap cedono il 7% nonostante la società sia ritornata in utile nel quarto trimestre 2024. Il numero di utenti giornalieri attivi delle piattaforme social di Snap è salito a 453 milioni, contro i 451,1 milioni attesi dal consensus, mentre i ricavi medi globali per utente sono risultati in linea con le attese a 3,44 dollari.
-Aurora Cannabis vola del 43% dopo che la società ha registrato un aumento del 37% dei ricavi nel terzo trimestre fiscale.
Sul fronte macroeconomico le importazioni americane hanno raggiunto un livello record nel mese di dicembre, portando il deficit commerciale degli Stati Uniti al livello più alto dai tempi della pandemia di Covid. Il deficit è stato pari a 98,4 miliardi di dollari per il mese, con un'impennata di quasi il 25% e persino superiore al consenso degli economisti. Le importazioni sono salite a 364,9 miliardi di dollari, con un aumento di 12,4 miliardi di dollari rispetto a novembre, mentre le esportazioni si sono contratte a 266,5 miliardi di dollari, con un calo di 7,1 miliardi di dollari.
stu
riccardo.stucchi@mfnewswires.it
(fine)
MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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